Racconti storici, Territorio

Il progetto del municipio di Cornate d’Adda, per dare forma al volto civico di una comunità

Un’architettura ben fatta, che ispira a fare bene: potrebbe essere questa, in estrema sintesi, la descrizione del cantiere di ristrutturazione del municipio di Cornate d’Adda che Schiavi Spa termina nel 1983.

L’intervento è complesso, non soltanto per la particolare destinazione d’uso dell’edificio ma anche per la storia di cui questo è permeato: risale addirittura al 1870, quando i comuni di Porto d’Adda e Colnago, fino a quel momento autonomi, vengono aggregati al capoluogo di Cornate.

L’immobile originario, quasi un simbolo di pace e unificazione dopo le guerre risorgimentali, racchiude al proprio interno presente e futuro poiché è sia sede degli uffici comunali che locale istituto scolastico. Il progetto di edificazione viene firmato dall’allora sindaco, Carlo Ferdinando Biffi, nel 1898, e l’ispirazione architettonica sembra quasi elisabettiana, come ben evidenziato dalle grandi finestre che, con le loro forme ampie ed eteree, scandiscono e alleggeriscono l’imponenza delle facciate.

Quest’ultima è esaltata dall’impiego del ceppo d’Adda, un’antica pietra di provenienza locale utilizzata anche per la centrale idroelettrica Edison “Angelo Bertini” della vicina Porto d’Adda.

Quando Schiavi Spa interviene con il suo articolato cantiere di ristrutturazione, il municipio di Cornate d’Adda ha già accolto al proprio interno quasi un secolo di vicissitudini e silenziosamente partecipato alla vita quotidiana di dipendenti comunali, cittadini e studenti. A questi ultimi, negli anni Cinquanta, si deve peraltro la piantumazione dei grandi alberi antistanti l’edificio.

L’obiettivo dell’impresa Schiavi è mantenere inalterata l’impronta originaria dell’immobile e, contestualmente, rimodernarlo secondo le esigenze dei tempi attuali (e futuri!).

Inaugurato nell’aprile del 1983 alla presenza dell’onorevole Virginio Rognoni, allora Ministro dell’Interno, il “nuovo” municipio di Cornate d’Adda è il risultato di un lavoro orchestrale che vede il coinvolgimento dell’ingegner Claudio Bertani, dell’architetto Lorenzo Martinoia e del dottor Giancarlo Bulli: è infatti proprio quest’ultimo l’autore de “Lo Ziggurat”, la grande ed evocativa opera che domina l’elegante sala consigliare.

Dal punto di vista degli interventi di riordino, è evidente che il DNA dell’edificio originario sia rimasto immutato pur beneficiando di una sostanziale evoluzione: gli spazi interni ed esterni sono stati riassettati, e la porzione di immobile un tempo dedicata alle aule scolastiche si presenta ora convertita in un sistema composto da uffici, sale polivalenti (una delle quali dedicata al grande Leonardo da Vinci) e la già citata sala consigliare.

Sormontata dapprima da un’ala spiovente poi sostituita da un volume vetrato, la struttura raccoglie e riflette la luce e il paesaggio circostante, come un grande specchio sul mondo.

A ricordare che un municipio è, prima di tutto, il ritratto della comunità che rappresenta.