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Abbiamo negli ultimi due blog post ripercorso insieme la lunga e complessa storia che ha interessato Villa Gardenia a Lecco, un edificio nato da un intenso fervore culturale e industriale che, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, ha visto protagonista il territorio. Il secondo racconto storico terminava con il trasferimento della proprietà dell’antico filatoio di seta per lungo tempo appartenuto alla famiglia Pecoroni nelle mani di una coppia di nuovi possidenti, all’inizio del Novecento.
Come si è passati da un tradizionale filatoio con annessa casa civile a un evoluto complesso residenziale certificato in classe A, che rappresenta un gioiello costruttivo per il territorio nonché il primo intervento in zona totalmente orientato a un risparmio energetico reale? La risposta è semplice e complessa al contempo: rispettando profondamente il tessuto sociale, storico e culturale dal quale l’antico edificio ha avuto origine in prima battuta, e approcciando il progetto in un modo completamente diverso rispetto ai precedenti costruttori, ossia basandolo sulla genuina volontà di risolvere una criticità urbanistica importante e ormai annosa.
Va sottolineato che, dopo lo splendore economico che per lungo tempo aveva caratterizzato la costruzione e i suoi dintorni, quella che oggi è stata ribattezzata Villa Gardenia era rimasta vittima dei contraccolpi tipici dell’estrema urbanizzazione che, per quasi tutto il Novecento, ha interessato anche il territorio lecchese. All’incremento improvviso e vertiginoso in termini di popolazione era seguita la costruzione caotica di tanti nuovi edifici e, inevitabilmente, un periodo di grande degrado che aveva purtroppo colpito anche Villa Gardenia e l’area urbana circostante.
In particolare, l’intera zona si presentava abbandonata a causa di una mobilità interna che, nel corso degli anni, si era cristallizzata in una situazione poco agevole e certamente non efficace per la popolazione del quartiere. Sebbene l’edificio originario fosse stato fulcro di massima produttività nel passato, con le sue costanti attività e le tante annessioni ad esse necessarie, il risultato sul lungo periodo era stato di disordine tanto nel lotto di pertinenza quanto nelle adiacenti abitazioni. Inoltre, il tetto della costruzione si presentava ancora rivestito in Eternit e doveva essere dunque sottoposto a completa bonifica.
Schiavi Spa si è fatta carico di intervenire sulla struttura, tanto a livello funzionale quanto a livello estetico, principalmente per il suo grande amore per il territorio e per lo stretto legame che ha sviluppato con esso nel corso di tutta la sua attività, anch’essa ultrasecolare. Perché il recupero della villa fosse davvero efficace, è stato tuttavia necessario operare anche sull’area circostante nel suo complesso, analizzandola con attenzione, riplasmandola e restituendole una forma riconoscibile.
In questo senso, l’obiettivo progettuale di Schiavi Spa era di ripristinare ordine nell’intero quartiere, intervenendo sulla viabilità interna al lotto e in tutta l’area, anche attraverso il progetto e la realizzazione di un ulteriore passaggio pedonale che congiungesse il quartiere alle spalle della via con il centro cittadino. Sono state dunque eseguite vere e proprie opere di urbanizzazione, richieste dallo stesso Comune di Lecco per recuperare in modo efficace l’area in modo sinergico con la villa.
Ecco dunque che, al di sotto dell’edificio, sono stati costruiti non uno ma due piani interrati, il più basso dei quali è stato ceduto al Comune come parcheggio coperto: tale soluzione ha permesso di contribuire in modo pratico alla scarsità di parcheggi insita nel quartiere. Al Comune di Lecco è stata ceduta inoltre una zona a verde pubblico localizzata sul fronte principale di Villa Gardenia, mentre le aree a parcheggio scoperto nei pressi dell’edificio sono state totalmente rimesse a nuovo, anche in termini di viabilità.
In definitiva, non soltanto l’opera di Schiavi Spa ha restituito a Villa Gardenia il suo massimo splendore, dando vita a una perfetta fusione tra stilemi progettuali tradizionali e nuove tecnologie costruttive: le condizioni urbanistiche e sociali dell’intero quartiere sono state significativamente migliorate.
Il valore della zona si è in questo modo complessivamente innalzato, grazie a un intervento in un certo senso “olistico” che ha preso in esame la porzione di territorio nella sua totalità: la composizione è non a caso completata da altri edifici adibiti ad abitazione di nuova costruzione, con massima attenzione alle più evolute soluzioni di risparmio energetico e di benessere abitativo. I volumi “vuoti” lasciati dal vecchio impianto industriale sono stati in questo modo riempiti in modo virtuoso.
È ora evidente che la risoluzione del problema urbano che da lungo tempo affliggeva la zona comportava la stesura di un progetto raffinato, mirato a restituire a Villa Gardenia la dignità che meritava incrementando, al contempo, la qualità della vita dei suoi futuri abitanti. In questo senso, condizione irrinunciabile era operare in modo strategico e sinergico sia sull’edificio che sulla natura che lo circondava, restituendo a entrambi libertà e bellezza.
Il risultato? Un complesso residenziale di nuova generazione in cui gli stilemi tradizionali lecchesi si armonizzano appieno con tutto il territorio circostante, in cui la vivibilità degli spazi è stata progettata in ogni dettaglio, in cui attenzione assoluta è stata dedicata ai particolari della struttura e alla sua fruibilità. La qualità del nuovo costruire sostituisce, in questo modo, la caotica quantità tipica dell’urbanizzazione più incontrollata.
Ad oggi, Villa Gardenia è il primo intervento immobiliare a Lecco completamente orientato al nuovo concept di risparmio energetico. Certificata in classe A, la struttura non è soltanto collocata in una posizione orientata alla privacy e comoda a tutti i servizi, ma anche esteticamente affascinante e tecnologicamente avanzata.
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