Racconti storici

Addio all’architetto Luigi Snozzi, considerato il capostipite della “Scuola Ticinese”

È scomparso esattamente un mese fa all’età di 88 anni il celebre architetto Luigi Snozzi, considerato capostipite della cosiddetta “Scuola Ticinese”, il gruppo di architetti della Svizzera italiana che, negli Anni Ottanta, riuscì ad affermarsi a livello internazionale. L’architetto Snozzi, che si è spento nella sua Casa Rea di Mendrisio, ha nel corso della sua lunghissima carriera collaborato con le personalità più influenti del Novecento, tra cui Mario Botta, Livio Vacchini, Bruno Jenni e Aurelio Galfetti.

Diplomato al Politecnico di Zurigo, Snozzi ha perfezionato le proprie competenze con Rino Tami e Peppe Privio e, nel 1958, ha fondato il suo primo studio di architettura a Locarno per poi riunire le forze, negli anni a seguire, con gli amici Livio Vacchini e Bruno Jenni. Ha ricevuto la laurea honoris causa in Architettura nel 2007, dall’Università di Alghero, presso la cui Facoltà ha insegnato per lungo tempo.

Particolarmente celebre per il suo ampio impiego di calcestruzzo armato, utilizzato tipicamente in stile neo-razionalista, aveva proprio di recente parlato in questo modo del suo materiale preferito: “Semplicemente mi piace. È un materiale che dura nel tempo.”

Quasi in contrasto con l’amore per il solido e disciplinato calcestruzzo armato, l’architetto nutriva un profondo interesse anche per l’analisi dei siti costruttivi, sia in termini prettamente morfologici che storici, tanto da basare le proprie scelte progettuali anche su di essa. Non a caso, tra i molteplici lavori svolti nel corso degli anni figura anche il restauro di monumenti di particolare prestigio, come il Santuario della Madonna del Sasso e la zona monumentale (compresa di riqualificazione dell’antico convento attiguo) di Monte Carasso. Un progetto, quest’ultimo, talmente notevole da essere insignito di numerosi premi, tra cui il Prince of Wales dell’Università di Harvard, il Beton e il Wakker.

Il talento di Luigi Snozzi era noto a livello internazionale ed extraeuropeo, tanto da essere celebrato con innumerevoli mostre ed essere oggetto di una quantità di seminari tenuti presso le più prestigiose facoltà universitarie del mondo.

Le opere firmate dall’architetto e considerate dagli addetti ai lavori indimenticabili, veri e propri esempi di eccellenza costruttiva, sono davvero numerose. Tra queste, vale la pena menzionare la rigorosa Casa Snider a Verscio e Casa Kalmann a Brione Sopra Minusio.

Quello di Snozzi era un pensiero intellettuale e architettonico sempre caratterizzato da incredibile lucidità, e orientato a una sistematica e metodica essenzialità espressiva.

Particolarmente dedito alla progettazione di case unifamiliari, spesso anche ubicate in luoghi isolati e completamente slegate dal contesto urbano, l’architetto ha dato vita a edifici che, pur nella loro severità e pulizia di forme e materiali, hanno sempre avuto l’innata abilità di fondersi splendidamente con il territorio da cui erano accolti, arrivando persino a dialogare con esso.

La sua modalità unica e incredibilmente riconoscibile di intendere l’architettura ha influenzato e influenzerà ancora generazioni di professionisti.