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Essere dei proprietari di una prima casa significa anche dover pagare delle tasse sull’abitazione. Vediamo nel dettaglio come bisogna muoversi per adempiere agli obblighi fiscali e chi è soggetto a delle esenzioni.
Dal 2016 non si paga più la TASI (Tassa sui servizi indivisibili) sulla prima casa, ad eccezione delle abitazioni di lusso. L’abolizione di questa tassa sulla casa riguarda proprietari e inquilini.
Diverso il discorso per gli immobili dati in affitto. In questo caso il locatario paga la quota spettante in base alla delibera TASI 2015 o il 90% del corrispettivo mentre l’inquilino non paga nulla.
L’esenzione TASI spetta anche sulle pertinenze, fino a un massimo di tre per abitazioni e appartenenti a schede catastali diverse tra loro.
La prima casa è esente dal pagamento dell’IMU a meno che l’abitazione non sia considerata di lusso secondo le categorie catastali.
Questo discorso è valido per i proprietari che abitano nella propria casa mentre totalmente diverso il caso delle case affittate. In questo caso il proprietario di una casa data in affitto deve pagare: il 100% dell’IMU calcolata secondo le aliquote decise dal comune mentre l’inquilino non deve pagare nulla.
Oltre alla tasse sulla prima casa sono previsti anche dei bonus edilizi che sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2016 e agevolano fiscalmente chi ristruttura un’abitazione (detrazione fiscale fino al 50% su un tetto massimo di spesa di 96mila euro) oppure chi effettua lavori di riqualificazione energetica (fino al 65%).
La legge di stabilità del 2015 ha bloccato le aliquote per il calcolo delle tasse sulla casa per l’anno in corso.
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