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Si definisce casa passiva un edificio che è in grado, da solo, di ricoprire la maggior parte del proprio fabbisogno energetico sia per il riscaldamento che per il raffrescamento degli ambienti, senza gravare in modo eccessivo sull’ambiente e producendo, al contempo, risparmio e benessere per gli abitanti.
In termini pratici, una casa passiva riesce a mantenere autonomamente un buon grado di benessere negli ambienti interni nel corso di tutte e quattro le stagioni, garantendo in modo costante un alto grado di comfort: fresca durante i mesi più afosi, calda durante l’inverno, è anche in grado di mantenere controllata l’umidità all’interno degli ambienti, riducendo la possibilità di formazione di muffe e dunque offrendo un buon livello di salubrità.
Se dovessimo guardare le statistiche, il primo numero che varrebbe la pena citare è 90%. È questa infatti la percentuale di risparmio di consumi energetici che una casa passiva apporta rispetto a una costruzione tradizionale, e che influisce principalmente sulle tanto temute spese per il riscaldamento e raffrescamento.
Ma come riesce la casa passiva a offrire una tale performance? La risposta risiede nei cinque pilastri chiave che la caratterizzano:
Tipicamente, la casa passiva “standard” è anche equipaggiata con sistemi fotovoltaici e pannelli solari, responsabili rispettivamente della produzione di elettricità e di acqua calda sanitaria. Insomma, si tratta in tutto e per tutto di una casa che riesce ad amministrarsi quasi “da sola” da un punto di vista energetico!
L’edilizia del presente, ma anche quella del futuro, punta tutto alla costruzione di edifici sempre meno energivori e sempre più in comunicazione – non invasione – con l’ambiente circostante. In questo senso, le nuove tecnologie permettono di sposare due concetti come ecosostenibilità, intesa come benessere del pianeta, e qualità della vita, intesa come benessere delle persone.
Nel momento in cui l’abitazione riesce a mantenere sostanzialmente invariate le temperature e condizioni di benessere nei propri ambienti interni, va da sé che le necessità di accendere il riscaldamento o il sistema di raffrescamento si riducono in modo sensibile, non soltanto con conseguente abbattimento dei consumi economici ma anche con un impatto molto più limitato in termini di inquinamento ambientale. In questo modo, risorse per loro natura limitate come ad esempio gas o petrolio vengono consumate in minima parte, specialmente perché l’uso di fonti rinnovabili come l’energia solare o geotermica viene sempre favorito e sfruttato in prima istanza.
Al contempo, anche l’utilizzo di materiali naturali, prodotti localmente e non inquinanti – come ad esempio il legno – contribuisce sia alla qualità della vita che alla salvaguardia dell’ambiente, riducendo al contempo le pericolose emissioni di anidride carbonica generate anche solo dal trasporto in situ durante la fase costruttiva.
È infine importante ricordare che, sebbene la casa passiva possa risultare leggermente più dispendiosa economicamente in virtù della massima cura in fase progettuale e della scelta oculata di materiali di alta qualità, l’investimento sul breve, medio e lungo periodo è assolutamente vantaggioso. La spesa sostenuta viene infatti completamente riassorbita dal sensibile risparmio energetico generato da questa tipologia di edificio, e da prestazioni che si mantengono eccellenti anche nel corso del tempo.
Largo a un futuro più verde, dunque!
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