Menu
Secondo la celebre Enciclopedia Italiana Treccani, il balcone è il termine architettonico che identifica una sorta di finestra aperta fino al pavimento e munita di parapetto a ringhiera, traforato oppure balaustrato. I balconi hanno principalmente una funzione decorativa, ma è innegabile anche la loro utilità pratica – oggi più che mai evidenziata dalle trasformazioni di balconi e terrazze in tempi più recenti: oasi ecologiche, luoghi di relax, solarium o, più semplicemente, affacci sul mondo circostante e ideali prosecuzioni dell’atmosfera familiare e intima della casa.
Per risalire alla nascita di terrazze e balconi dobbiamo fare un lungo viaggio che ci porta sino all’estremo Oriente: la Persia e l’Egitto, rispettivamente con il palazzo di Serse a Persepoli e con quello di Ramesses III a Medinet Habu. In quest’ultimo caso in particolare, il balcone – che si trovava al centro della facciata del palazzo – aveva una funzione specifica nelle cerimonie di corte. Muovendoci verso l’Occidente e recandoci nella Grecia Antica, scopriremo che i balconi venivano già costruiti nelle case private, che la loro costruzione era disciplinata da specifiche regole e la loro presenza persino tassata. Amanti dei balconi erano anche gli Etruschi, e da meno non potevano essere i Romani.
Nella Roma Antica, sembra che la costruzione del primo balcone sia da attribuirsi a tale G. Menio, censore nel 318 a.C.
Eresse quello che venne chiamato un “maenianum”, ossia un loggiato di legno sopra i colonnati del Foro, pensato per garantire maggiore comodità ai cittadini che assistevano agli spettacoli. Va da sé che ciò fu sufficiente ad estendere la costruzione dei balconi anche alle abitazioni private. Ancora oggi, tali manufatti sono individuabili sia a Pompei che ad Ercolano: si tratta di terrazze scoperte aggettanti o con loggiato coperto, parzialmente o totalmente chiuso dalla muratura.
All’inizio dell’età imperiale lo status del balcone a Roma era ormai “cosa fatta”, tanto da essere documentato persino nella pittura pompeiana. Perlopiù si trattava di loggiati con finestre, sospesi su mensole e archetti in muratura e limitatamente aggettanti dalla fronte.
Facciamo ora un balzo in avanti di qualche secolo e riscopriamo le origini dell’architettura veneta. Sappiamo bene quanto personaggi come Palladio e Vincenzo Scamozzi abbiano rivestito un ruolo centrale non solo nell’architettura di un’area geografica circoscritta ma in gran parte dell’edilizia monumentale europea dal XVII secolo in poi. Fermiamoci però all’inizio del 1500 e limitiamoci al contesto veneto per eccellenza: scopriremo che costruire un gran numero di balconi che si appoggiano su cornici e mensolette, generalmente senza sporgere molto, era pratica comune. Alcuni balconi medievali erano invece eretti su cornici a uno o più ricorsi di mensolette, anche in questo caso con poco risalto.
Spostiamoci ora verso sud e arriviamo nell’area di Viterbo, nell’attuale Alto Lazio: ed eccolo di nuovo il balcone, noto con il nome di profferlio e caratterizzato da una scala esterna. Un esempio di questa particolare modalità realizzativa è ancora oggi visibile presso il Palazzo del Capitano di Orvieto.
Durante il Rinascimento, i balconi divennero pura opera d’arte – non solo funzionale, ma anche estetica – come è ancora visibile a Palazzo Pandolfini a Firenze (a firma di Raffaello) o lungo la facciata di Palazzo Pitti. E lo splendore delle decorazioni di questo elemento architettonico esplose, letteralmente, durante l’epoca Barocca: balconi di quel periodo si trovano ancora oggi a Cremona, Roma, Città di Castello, e tutti o quasi sembrano avere in comune l’utilizzo di ringhiere finemente lavorate da mastri fabbri di talento inimitabile.
Da nord a sud, da est a ovest, lungo lo scorrere dei secoli il balcone – o la sua variante più ampia, la terrazza – ha accompagnato la storia dell’uomo non soltanto da un punto di vista architettonico, costruttivo e stilistico, ma anche umanistico e culturale. Abbiamo attraversato le epoche, muovendo qualche passo dal calore della casa al territorio ibrido – in parte familiare, in parte immerso nel mondo esterno – del balcone, riflettendo e sognando, affacciandoci sul mondo.
Contattaci
TELEFONO
+39 039 60 21 291
SCHIAVI S.P.A. – Impresa di Costruzioni Case Lecco – P.IVA 01970840169 – Cap. Soc. € 5.000.000,00 – R.E.A. BG N. 251728
© SCHIAVISPA.IT tutti i diritti riservati – Communication by Naxa