ABITARE

Vita di coppia: come evitare che la casa si trasformi in una gabbia

Le lunghe settimane di lockdown a cui tutti noi siamo stati recentemente costretti per arginare i contagi causati dell’emergenza COVID-19 hanno rappresentato un importante banco di prova sotto molteplici punti di vista: dalla gestione del rapporto casa/lavoro allo smart working, dal nuovo concept dei rapporti sociali “virtuali” attraverso i social media fino, naturalmente, alla vita di coppia.

Per sua natura, l’essere umano è una creatura che non ama essere ingabbiata. La casa, nella sua accezione più positiva, rappresenta dunque un porto sicuro al quale tornare, nel quale sentirsi a proprio agio. Quando un avvenimento imprevedibile costringe però a vivere gli spazi domestici in modo coatto, può accadere che questi si trasformino in una gabbia fisica e mentale.

Ecco dunque che se, da un lato, alcuni di noi hanno sperimentato la loro abitazione in maniera positiva, altri l’hanno percepita in modo angusto e opprimente. Va da sé che la dimensione degli ambienti e la qualità abitativa sono fattori essenziali nell’influenzare questa percezione, così come la possibilità di ritagliarsi spazi individuali e angoli di privacy quando si convive con qualcun altro. Famiglie numerose in case troppo piccole per una condivisione costante degli spazi hanno lamentato la necessità di poter “staccare” dalla routine tanto quanto coppie rinchiuse in bilocali senza neppure un balcone su cui rilassarsi e prendere un po’ d’aria.

Ora che il lockdown è finito e la nostra mente registra il nuovo cambiamento, ossia la possibilità di uscire di nuovo (più o meno) liberamente e di tornare al lavoro, e si adegua la routine che per sua natura è comunque diversa da quella che l’ha preceduta, è importante trarre una lezione dall’esperienza vissuta in questa primavera.

Come evitare di sperimentare nuovamente il senso di soffocamento e isolamento che può sopraggiungere vivendo insieme? Come evitare che la casa si trasformi in una gabbia?

Lo psicoterapeuta Raffeaele Morelli ha recentemente commentato: “Schopenhauer ci aveva insegnato che i rapporti d’amore sono come quegli tra gli istrici. Gli istrici quando fa freddo, son pieni di spine, si avvicinano ma si pungono. Allora che cosa fanno? Si distanziano malgrado il freddo. Ecco, allora che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo trovare la giusta distanza.”

Continua ancora lo psicoterapeuta: “L’amore, la relazione affettiva non si basa sul fare tutto insieme, sullo stare attaccati. Si sta attaccati nella relazione sessuale ma poi bisogna avere le distanze. Ciascuno deve perseguire quelli che sono i propri interessi. Quindi la distanza è un elemento fondamentale per la relazione. Quando la distanza si riduce, aumentano i litigi. Le coppie non vanno in crisi, come pensiamo noi, perché in qualche modo è subentrata una crisi affettiva. No, perché ciascuno dei due non ha il suo ruolo. Quindi, in questo momento tu segui i tuoi interessi e lei seguirà i suoi, poi vi ritrovate a comunicare quando siete a pranzo ma non ci deve esser un rapporto basato sullo starsi troppo addosso.”

Spazi fisici e spazi mentali: l’importanza di rigenerarsi in casa propria

Nella pratica, questo significa ritagliarsi il proprio spazio a prescindere dagli ambienti comuni che si hanno a disposizione e nei quali si è scelto di convivere. Soltanto la possibilità di sottrarsi all’altro permette infatti di incontrarlo di nuovo con piacere.

Come procedere in questo senso? Le direttrici da seguire potrebbero essere due: da una parte lo spazio fisico, dall’altra quello mentale.

Per quanto riguarda gli ambienti concreti della casa, quando questa è troppo piccola esistono alcuni “trucchi” per permettere ai sensi di percepirla più spaziosa: dal tinteggiare le pareti in colori chiari per garantirsi una sensazione di ampiezza e profondità agli arredi minimalisti e multifunzionali per creare un’impressione di più ampio respiro; dallo sfruttamento degli spazi in verticale alla presenza di verde indoor per dare vita a una comunicazione con l’esterno e trarre beneficio dalla presenza di elementi vivi; dalla scelta accurata della giusta illuminazione all’utilizzo degli specchi per moltiplicare la luce disponibile. Il concetto di “less is more” applicato all’interior design permetterà di ricavare angoli di privacy laddove, diversamente, non ve ne sarebbe nessuno.

Per quanto riguarda invece la necessità di ritagliarsi uno spazio mentale tutto per sé quando ci si trova in casa, esistono hobby per così dire “rigenerativi” che garantiranno un incredibile senso di libertà e offriranno la possibilità di astrarsi, ricentrandosi su sé stessi: largo dunque alle piccole mini-falegnamerie in garage per fare un po’ di bricolage, alle stanze dedicate alle passioni come il disegno, il dipinto o la decorazione; agli uffici casalinghi dedicati anche alla scrittura creativa; ai balconi, alle terrazze e ai giardini trasformati in serre e piccoli orti.

Come utilizzate gli spazi della vostra casa per rigenerarvi mentalmente?