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Qual è la principale caratteristica incarnata dal centro parrocchiale di San Paolo Apostolo a Bergamo, costruito da Schiavi Spa tra il 1969 e il 1970? Quella di rappresentare il trait d’union tra un semplice vicinato e una comunità coesa.
All’epoca del progetto iniziale del complesso San Paolo, nel 1965, l’ingegner Luciano Galmozzi proporzionò la struttura ai circa 13000 abitanti previsti nella nuova zona residenziale e, successivamente a nuove revisioni del Piano Regolatore, la ridusse per “calzare” su una popolazione di poco più di 8000. È rilevante, in questo senso, ricordare l’importanza rappresentata dalle dinamiche urbanistiche e sociali tipiche di questo periodo, quale elemento di vera e propria anatomia evolutiva delle città contemporanee. Le città italiane degli Anni Settanta, inclusa Bergamo, sono infatti pietra miliare della configurazione delle città attuali. Non è più la popolazione ad adattarsi all’urbanistica, all’edilizia e all’architettura, ma il processo si capovolge: sono queste ultime a calibrarsi sulle necessità, aspettative e richieste di chi abita i luoghi.
È questa la ragione alla base delle attente, costanti e accurate rivalutazioni del progetto da parte del tecnico preposto che, nel 1968, commenta: «Altri mutamenti si presentavano anche nella disposizione planimetrica delle aree circostanti, per cui non potevasi più considerare come fronte principale la zona ad Ovest della Chiesa, perché venivano ad assumere uguale importanza tutti i lati». Lo stesso anno, la Commissione edilizia comunale approva il progetto «a condizione che venga ristudiato l’attacco della copertura piana del corpo della chiesa con il fabbricato adibito ad opere parrocchiali» e si valuti «di ruotare o slittare verso nord-est il corpo del battistero, al fin di liberare maggiormente la facciata principale».
Considerata l’attenzione prestata a questo importante progetto, non stupisce scoprire che l’ingegner Galmozzi ottemperò a tutte le richieste in pochi mesi.
Nel febbraio del 1969, Schiavi Spa si aggiudica l’appalto dei lavori e da questo momento in poi prende vita la sua comunicazione assidua con il progettista (e direttore dei lavori). Tecnica e arte danno vita a un edificio che è simbolo della comunità tanto quanto di un’epoca italiana in transito tra passato e futuro.
Nel 1970, il complesso parrocchiale di San Paolo Apostolo viene consegnato più che puntualmente: rivestito di mattoni all’esterno, e decorato all’interno con un gruppo bronzeo e alcuni arredi liturgici realizzati dallo scultore bergamasco Piero Brolis.
Si ringraziano Matteo Esposito (Archivio Storico Diocesano di Bergamo), don Alessandro Locatelli (Parrocchia di San Paolo Apostolo), Paola Palermo (Archivio Comunale di Bergamo), don Fabrizio Rigamonti (Ufficio Beni Culturali e Arte Sacra della Diocesi di Bergamo).
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