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Una delle correnti considerate attualmente più interessanti in ambito costruttivo è la cosiddetta “architettura parametrica”, risultato di processi di progettazione sempre più evoluti e tecnologici, specialmente in termini di prototipazione digitale.
La possibilità di immaginare e realizzare edifici in uno spazio virtuale permette oggi a designer e architetti di dare vita a qualcosa che, un tempo, era soltanto ipotizzabile. Nel caso dell’architettura parametrica, ci troviamo di fronte a concept costruttivi quasi astratti e di forma squisitamente libera, caratterizzati da linee molto vaste e forme irregolari: il risultato è una carrellata edifici che sembrano usciti da prospettive oniriche, e che vanno in certi casi ben oltre il futuristico immaginabile.
Ma cos’è esattamente l’architettura parametrica?
Come accennato, l’architettura parametrica attuale prende forma in un ambiente digitale, ossia virtuale. Si tratta di un processo di progettazione innovativo fondato su uno schema di algoritmi, e che permette di stabilire regole e parametri specifici per la definizione e l’organizzazione della relazione tra requisiti di progetto e prodotto finale.
Gli architetti di tutto il mondo hanno espresso un marcato interesse per questo nuovo approccio, che amplia i limiti raggiungibili dalle costruzioni tradizionali e che, ipoteticamente, potrebbe un domani dar vita a edifici davvero caratterizzati da geometrie inedite, risultato dell’interazione “sperimentale” tra diversi elementi.
Gli edifici parametrici hanno generalmente un design curvilineo, con forme e volumi parabolici o che si ispirano ad altre forme fluide originate dagli archi.
Nella realtà, nel mondo concreto, progetti di questo tipo esistono già: è il caso ad esempio dell’edificio TWA e della pista di pattinaggio Ingalls a Yale, firmati entrambi dal progettista Eero Saarinen, che però non derivano da un design digitale. Saarinen è infatti venuto a mancare addirittura nel 1961.
E, prima ancora, c’è stato almeno un altro straordinario architetto che ha saputo trasferire dalla mente alla realtà il design parametrico – senza bisogno di supporti informatici. Parliamo dello spagnolo Antoni Gaudí, a cui si devono alcune tra le più importanti (e seminali) realizzazioni architettoniche risultato dell’applicazione di questo approccio: la Sagrada Familia, per esempio, si basa tutta sul concetto degli archi catenari; La Pedrera, ossia Casa Milà, è un gioiello architettonico le cui ondulazioni richiamano i movimenti del paesaggio naturale di una collina, di un mare mosso o persino delle dune di un deserto; e Casa Batlló sembra addirittura viva e in moto perpetuo in virtù del suo aspetto ondeggiante, esaltato dall’uso intelligente dei colori e dei materiali.
L’architettura parametrica contemporanea mira a realizzare edifici ancora più sinuosi e curvilinei di quelli progettati da Antoni Gaudí e, in un contesto tanto complesso, l’impiego della tecnologia digitale si rivelerà fondamentale.
La modellazione parametrica comporterà, in questo caso, la realizzazione di modelli virtuali basati sui già citati algoritmi e regole predefiniti: i cosiddetto “parametri”. Questo significa che sarà il sistema a definire le forme e gli elementi dell’edificio sulla base di argomenti logici interni, e che lo farà in modo pressoché automatico grazie alla creazione di relazioni tra le diverse componenti del progetto.
Le regole avranno inoltre la capacità di adattarsi al modificarsi di alcuni parametri. Per esempio, se la regola impone che le pareti inizino a livello del pavimento per raggiungere il soffitto, cambiando l’altezza tra pavimento e soffitto le pareti di adatteranno di conseguenza.
Questo tipo di modellazione ha già portato ad alcuni risultati concreti: è il caso dello stadio nazionale di Pechino, realizzato nel 2008 come edificio ottimizzato per l’atletica e per il calcio; della Shanghai Tower, strutturata parametricamente con l’ausilio di un tool di modellazione chiamato Grasshopper che tiene in considerazione la relazione tra forma, design e vento; così come di Oculus, il World Trade Center Transportation Hub di New York, progettato da Santiago Calatrava per “sfidare” l’idea preconcetta di forma e linea applicata all’architettura.
Con l’evoluzione della tecnologia e l’innovazione rapidissima che sicuramente interesserà i tool di modellazione, non resta che attendere lo sviluppo di nuovi, avveniristici edifici. Secondo l’architettura parametrica, il solo limite alla creazione architettonica sembrerebbe infatti essere l’immaginazione del progettista.
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