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Edifici intimi: una rassegna delle case-icona dell’architettura moderna

I grandi protagonisti dell’architettura moderna hanno, negli ultimi mesi, ripensato completamente la dimensione quotidiana a seguito degli inevitabili – e forse in qualche caso permanenti – cambiamenti che sono seguiti alla pandemia di Coronavirus. Il concetto stesso di casa si è modificato per forza di cose durante il periodo del lockdown e, anche ora che la vita è tornata più o meno alla normalità, ha mantenuto inalterate alcune delle sue nuove funzioni.

Se, prima del COVID-19, la casa era vista come un luogo in cui passare, riposare, dormire, in attesa di uscire nuovamente nel mondo, il 2020 ha decretato una vera e propria rivoluzione nel modo in cui percepiamo gli ambienti più privati della nostra vita: non più luoghi di passaggio ma destinazioni.

Ed è qui che entra in gioco il ruolo fondamentale dell’architetto o del progettista, chiamati a dare vita ad ambienti domestici che non sono più semplici case, ma anche piazze, città, uffici, negozi. Rispetto al passato, in cui ciò che era dentro si portava all’esterno, è ora ciò che è “fuori” a entrare a far parte della nostra intimità quotidiana, e i cosiddetti “edifici intimi” esprimono appieno proprio questo nuovo paradigma.

Il ruolo del progettista in una casa che evolve con il mondo: gli esempi dal mondo

Per sua natura, la casa non dovrebbe mai rimanere immutabile ma, al contrario, modificarsi ed evolvere assieme al mutare delle caratteristiche e delle esigenze di chi la abita. Architetti e progettisti, ben consapevoli di questo importante punto di partenza, non a caso utilizzano le loro abitazioni come tele sperimentali per esplorare nuovi concetti dell’abitare.

La casa dell’architetto diventa dunque un luogo emblematico, multifunzionale, multi-stile, talvolta misterioso, in cui esiste tutto ciò che conosciamo ma anche ciò che non abbiamo mai neppure concepito.

Gerrit Rietveld – Schröder House

Esistono moltissimi esempi di questi edifici intimi che sposano l’architettura nel suo senso più lato con le esigenze umane dell’abitare. Uno di questo è la Schröder House, la piccola casa-manifesto del movimento De Stijl abitata dall’architetto Gerrit Rietveld, che la definisce una sorta di tela Mondrian in cui ogni dettaglio è all’avanguardia. Il dettaglio che dovrebbe stupire è che la Schröder House è stata costruita nel 1924 e il suo impatto è, ancora oggi, prettamente futurista.

 

Alvar Aalto – Villa Aalto

Se si parla di concept architettonici ambiziosi, non si può non citare l’omonima abitazione di Alvar Aalto, progettata nel 1936 con la moglie (e collega) Anio: Villa Aalto è funzionalità pura, elevata all’ennesima potenza in ogni particolare: dall’armadio accessibile sia dalla zona giorno che dalla zona notte sino alla presenza di quello che oggi chiameremmo uno spazio di smart working, ben distinto da quello abitativo.

Walter Gropius – Gropius House

Sempre legata all’esplorazione stilistica che ha caratterizzato gli Anni Trenta è la Gropius House (datata 1938), firmata e abitata dall’omonimo architetto durante il suo lavoro presso la Harvard University. Si tratta di un progetto importante, perché il primo commissionato all’architetto nel corso della sua permanenza degli States, ma anche perché rappresenta una perfetta fusione tra l’architettura tradizionale del New England e i modernismi Bauhaus.

 

Luis Barragan – Casa Luis Barragan

Spostandoci in Messico troviamo poi un altro edificio intimo: Casa Luis Barragan – anche in questo caso progettata e abitata dall’omonimo architetto. Terminata nel 1948, è considerata ancora oggi uno dei più importanti esempi di architettura contemporanea ed è addirittura parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO: questo capolavoro unisce con perfetta risonanza stilistica elementi vernacolari e tradizionali messicani con la poetica e la filosofia dell’epoca.

Das Canoas House – Oscar Niemeyer

Infine, vale la pena menzionare la celebre Das Canoas House a Rio de Janeiro, progettata dall’architetto Oscar Niemeyer nel 1951 e sintesi perfetta dell’architettura che concepiamo oggi, ossia fusa con la natura. Questa icona dell’architettura brasiliana sorge sul pendio di una collina, in mezzo al verde e con vista mozzafiato sulla baia. La sua caratteristica più degna di nota è quella di ospitare, al proprio interno, rocce ed altri elementi naturali preesistenti – non eliminati dallo scenario, ma integrati nel progetto esattamente nella loro forma originaria. La perfetta fusione con la natura rende le tende un accessorio inutile in questa residenza, dal momento che la schermatura solare è garantita dalla ricca vegetazione che abbraccia l’edificio.