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Edilizia del futuro: 5 tendenze da tenere d’occhio

In un momento storico e sociale di profondo cambiamento sotto ogni punto di vista, primo fra tutti per il concetto stesso dell’industria, destinata a subire una metamorfosi di fondamentale importanza, non stupisce scoprire che gli esperti di settore vedano anche nell’edilizia potenzialità enormi.

In particolare in Italia, con ben 17 milioni di edifici da riqualificare, le criticità – e pertanto anche le potenzialità – sono davvero degne di nota, perché potrebbero trasformarsi nel veicolo attraverso il quale risolvere i problemi legati all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di CO2.

Tuttavia, l’edilizia del futuro non è soltanto questo e si prevede, nei prossimi anni, lo sviluppo di diversi trend destinati a guidare un settore globale che, entro il 2030, è destinato ad aumentare dell’85% (fonte PWC Global).

Scopriamo quindi insieme quali sono le cinque tendenze principali dell’edilizia di domani:

  1. Edilizia industrializzata: l’edilizia del futuro dovrà essere caratterizzata da un approccio industriale e tecnologico finalizzato alla riduzione sistematica degli sprechi, all’efficienza energetica e alla circolarità delle materie impiegate. Si prevede quindi lo sviluppo di soluzioni prefabbricate, modulari e offsite, basate essenzialmente sulla tecnologia BIM e che dovrebbero portare vantaggi oggettivi sia alle aziende che all’ambiente. Di fatto, l’assemblamento di una costruzione offsite prevede la gestione efficiente dei materiali, e dunque un abbattimento dei costi e della quantità finale di carbonio incorporato nell’edificio. Le tolleranze possono essere mantenute ai minimi termini attraverso l’ordine specifico dei materiali, al loro preciso taglio e assemblamento, e il risultato finale garantirà una maggiore efficienza energetica alle strutture. Si prevede che l’industrializzazione delle costruzioni permetterà un maggiore controllo dell’intero processo di produzione e una conseguente minimizzazione di costi e criticità, con un incremento sensibile dell’efficienza operativa a tutti i livelli.
  2. Edilizia circolare: sempre in funzione della metodologia BIM, l’obiettivo del futuro sarà garantire edifici convenienti e vantaggiosi dal punto di vista dell’ecosostenibilità e performanti per chi li abiterà. In questo senso, l’edilizia circolare mira a una riduzione sistematica degli scarti che, attualmente, vengono ancora mandati in discarica come rifiuti misti attraverso un flusso continuo e apparentemente inarrestabile. Va infatti considerato che questa massiccia produzione di scarti rappresenta sia una perdita di valore che una mancata possibilità per ridurre le emissioni di carbonio, dal momento che materiali riciclabili come l’acciaio producono una certa quantità di gas serra rispetto alla produzione di materiali vergini e che recuperarli sarebbe, effettivamente, meno costoso. Con il modello della circolarità, i materiali restano in gioco più a lungo e vengono dunque maggiormente riutilizzati o riciclati, mitigando così l’annoso problema della crisi delle risorse. Gli edifici di domani saranno dunque vere e proprie “banche di materiali”, e le tecniche di costruzione diventeranno reversibili, con una progettazione eseguita in funzione dello smantellamento, così che anche le demolizioni delle strutture avvengano con il minimo sforzo e il minimo costo, sia per le aziende che per l’ambiente.
  3. Pianificazione ottimizzata: l’edilizia di domani prevede la massima ottimizzazione dei processi di progettazione, simulando e visualizzando in anticipo il risultato finale grazie a tecnologie come il 4D e il 5D. In questo modo, le operazioni in situ diverranno più snelle, e nuovamente si ridurrà la quantità di carbonio incorporato nell’edificio, limitando al minimo anche i materiali utilizzati – e dunque i rifiuti prodotti. Già attualmente, i progetti sviluppati secondo questo approccio hanno registrato un abbattimento notevole in termini di tempistiche, costi e logistica, con conseguente miglioramento dei margini di guadagno e precisione del risultato assoluti. Nuovamente, la riduzione dell’impatto ambientale è uno dei più positivi effetti collaterali di questa tendenza.
  4. Quantificazione dei risparmi sui costi ambientali: l’edilizia del futuro è indirizzata a una più marcata capacità di quantificare il risparmio di energia e di materiali in ambito costruttivo, così da ridurre in modo sempre più sistematico l’impatto ambientale. Potremo quindi presto aspettarci dagli strumenti BIM l’emissione di dati di impatto ambientale che saranno utilizzabili e analizzabili sia nel momento della progettazione che in quello dell’esecuzione vera e propria, così da evidenziare già a monte la costruzione potenzialmente più sostenibile. Col passare degli anni, l’apprendimento automatico che sta alla base dell’intelligenza artificiale rappresenterà uno strumento preziosissimo per favorire le scelte più ottimali, grazie a suggerimenti mirati in termini di materiali da utilizzare, costi da poter abbattere, risparmi di carbonio e persino di acqua.
  5. Analisi energetica finalizzata alla precisione di consegna: come è noto, già attualmente esistono strumenti di analisi energetica che permettono agli specialisti dell’edilizia di massimizzare le prestazioni. Tuttavia, questi strumenti miglioreranno ulteriormente e saranno fondamentali durante l’analisi del valore “progetto”, a cominciare dall’identificazione di tutti i fattori che incidono sul consumo energetico di un edificio. Si tratterà di un approccio specifico che, a seconda della tipologia di progetto, permetterà ai professionisti di abbattere i costi non in modo standardizzato, ma soltanto laddove le modifiche abbiano il minore effetto sulle prestazioni effettive dell’edificio. Inutile anche precisare che questa nuova tendenza permetterà di stabilire con maggiore precisione, già dalle fasi preliminari, quanto tempo dovrà essere effettivamente impiegato per la costruzione e consegna di un manufatto.